Devid del Mauro
Optometrista - Posturologo - Tiflologo

Articoli

Lo Sviluppo delle Abilità Visive nel Bambino.

La vista del bambino migliora rapidamente nel primo anno di vita. All'inizio il bambino è disturbato dalla luce intensa. Chiude gli occhi per proteggersi e questo spiega perché un neonato apre gli occhi di più quando è nella semioscurità. Anche le sue pupille rimangono molto piccole per limitare la quantità di luce che entra nei suoi occhi.
Nelle settimane seguenti, alcuni recettori nel centro della retina, i coni, diventano più maturi.
Il bambino, quindi, tollera di più la luce e le pupille possono perciò allargarsi, distingue così una maggiore varietà di intensità luminose.

ACUITÀ VISIVA

L'acuità visiva è la capacità di distinguere la forma e i dettagli di un oggetto. Nei primi mesi di vita neonatale gli occhi non lavorano molto bene insieme e perciò succede che i bambini hanno difficoltà a concentrarsi su un oggetto che è molto vicino o, al contrario, troppo lontano. Inoltre, i circuiti nervosi che trasmettono i segnali luminosi al cervello non sono ancora maturi.
Un neonato può vedere oggetti a circa 75 cm di distanza, ma gli appariranno sfuocati.
Vede molto bene quello che dista 20 cm dai suoi occhi e ciò corrisponde ad una visione di 20/400; questo significa che un bambino deve stare a 6 m per vedere un oggetto che un adulto vedrebbe a 120 m.

Nei primi 2 mesi il bambino vede soprattutto il contorno degli oggetti. Nelle settimane successive acquisisce la capacità di scansionare un'immagine e può quindi discernere l'aspetto generale di una cosa, modelli, rilievi, colori vivaci…etc…etc.
È sempre intorno ai due mesi che inizia a potersi concentrare sul volto di una persona e, infatti, i volti umani diventano di grande interesse per lui.

All'età di 3 mesi la sua visione da lontano è di 20/100. Ad un anno di 20/50 e raggiunge quasi il livello adulto di 20/20 (10/10) a 2 anni.

Giocare all'aperto fa bene agli occhi

La luce esterna avrebbe un effetto protettivo contro la miopia perché stimola la produzione di dopamina. Questa sostanza controlla la crescita dell'occhio, il che impedirebbe che diventi troppo lungo. Quando l'occhio diventa troppo lungo le immagini in lontananza diventano sfuocate.
Trascorrere almeno 45 minuti all'aria aperta ogni giorno ridurrebbe il rischio di miopia. Giocare all'esterno incoraggia i bambini a rilassare lo sguardo, il che è utile per la visione in generale.

COLORI

Alla nascita le cellule degli occhi che rilevano i colori (i coni) sono attive, ma non sono ancora completamente mature, specialmente nella regione centrale dell'occhio. Cresceranno con l'esposizione alla luce sin dalla nascita.
Quando nasce, il neonato distingue le sfumature di lucentezza e tono (pallido o scuro). Può anche differenziare il rosso, il giallo e il verde, purché questi colori non abbiano la stessa brillantezza e un buon contrasto.

A circa 3 mesi il bambino percepisce diversi colori di base, i primi ad essere acquisiti sono il rosso e il verde.

A circa 5 mesi può distinguere molti colori come un adulto, perché i coni hanno raggiunto la lunghezza appropriata.

TRACCIAMENTO VISIVO E PERCEZIONE DELLA DISTANZA

Alla nascita il bambino ha un campo visivo più piccolo di quello di un adulto. Mentre un adulto può vedere un oggetto con un'angolazione di 70°, un neonato non rileva nulla a più di 30°.

A due mesi questo limite sale a 45°, poi a 60° a 5 mesi.

Fin dai primi giorni di vita il bambino ha già la capacità di seguire un oggetto che si muove, purché sia vicino al suo viso e molto contrastato (ad esempio, in bianco e nero).

A circa 3 mesi segue abbastanza bene il movimento degli oggetti nel tentativo di catturarli.

A circa 1 anno segue facilmente una persona che si muove nella stanza, perché il movimento dei suoi occhi è migliorato molto.

La capacità di valutare le distanze non è presente alla nascita. È intorno ai 5 mesi che gli occhi del bambino iniziano a funzionare abbastanza bene insieme per avere una visione tridimensionale.

A circa 9 o 10 mesi questa capacità di valutare se un oggetto è vicino o lontano è abbastanza ben sviluppata e può essere misurata da alcuni test.

LO SVILUPPO DELLA VISIONE IN FASI

Da 0 a 3 mesi

• Il neonato è in grado di fissare e seguire un oggetto se è vicino al suo viso.
• Strizza gli occhi alternativamente. Uno dei suoi occhi devia verso l'interno o l'esterno. Questa tendenza è normale per i primi 2 mesi.
• A circa 2 mesi riconosce il volto dei suoi genitori.
• A circa 3 mesi percepisce più dettagli, dal momento che sta facendo sempre meglio la scansione visiva di un'immagine. Gli piace anche osservare attentamente le sue mani e a volte fissa lo sguardo.
Riconosce oggetti familiari.

Da 4 a 6 mesi

• Distingue meglio i rilievi.
• Segue i movimenti verticali.
• Gli piace osservare il suo ambiente e gira la testa per vedere meglio.
Distingue già l'espressione nei volti (gioia, paura…etc…etc).
• Vede tutti i colori, ma i colori di base (rosso, blu, giallo) attirano di più i suoi occhi.
• La coordinazione tra i due occhi migliora.
• Alterna lo sguardo verso cose vicine e lontane.
• Può riconoscere un oggetto parzialmente visibile.
• Intorno al 6° mese può vedere piccoli oggetti come le briciole di pane.
• È in grado di esaminare attentamente un oggetto nelle sue mani.
• Intorno a 6 o 7 mesi, inizia a percepire le distanze.

Da 6 a 12 mesi

• I suoi occhi funzionano bene insieme, facilitando la percezione della 3 ° dimensione.
• Può individuare un piccolo oggetto vicino a lui.
• È in grado di cercare oggetti nascosti.
• Può differenziare persone conosciute da persone sconosciute.

Da 1 a 2 anni

• A circa 1 anno la sua visione è di gran lunga migliore. Riconosce le persone oltre i 6 metri.
• Può seguire le azioni in corso.
• Intorno a 1 anno e mezzo è interessato alle immagini nei libri.
• Osserva attentamente piccoli oggetti e può girare le pagine di un libro per cercare le immagini.
• All'età di 2 anni, tutte le abilità visive sono ben coordinate. L'acuità visiva è di 20/20.

Da 2 a 3 anni

Non ci sono sostanziali variazioni.

Da 3 a 5 anni

• Il tessuto della retina è maturo.
• Osservando un oggetto lo scruta in modo più metodico e sistematico.
• Ama i libri di storia e sa combinare immagini e narrazione.

SEGNI DI UN PROBLEMA ALLA VISTA

Un ritardo visivo può influenzare lo sviluppo del bambino e rallentare il suo apprendimento. La maggior parte dei problemi oftalmologici può essere corretta se essi vengono scoperti abbastanza presto:

• Non segue gli oggetti in movimento.
• Sbatte spesso le palpebre.
• Il riflesso della luce nei suoi occhi non sembra al centro in entrambi gli occhi. Questo segno potrebbe anche essere visibile nelle fotografie.
• Restringe o chiude uno degli occhi.
• Piange se uno dei suoi occhi è coperto.
• È molto sensibile alla luce e i suoi occhi si muovono molto quando c’è molta luce.
• Chiude un occhio per guardare o guarda mentre gira la testa.
• Urta dappertutto e ha difficoltà ad orientarsi.
• Ha spesso mal di testa.

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

Cervelletto, VOR e Movimenti Saccadici nell'Autismo

Il cervelletto rappresenta solo il 10% del volume cerebrale, ma è sede di oltre il 50% dei neuroni totali ed è una delle nostre regioni più antiche del cervello.

Da un punto di vista evolutivo gli animali avevano la necessità di concentrare il loro sguardo sulla preda per catturarla o ucciderla.

Anche per noi esseri umani il cervelletto, come dicevamo, è una regione del cervello primitiva e intuitiva sulla quale ci siamo basati per colpire una preda in movimento con un arco e una freccia o con una lancia.

Nel corso dei millenni entrambi gli emisferi del cervelletto si sono evoluti per funzionare senza problemi con entrambi gli emisferi del cervello e per creare un picco nelle prestazioni umane.

Da un punto di vista atletico il cervelletto ci permette di correre mentre, contemporaneamente, blocchiamo gli occhi su un bersaglio in movimento.
Il cervelletto è l'area principale del cervello associata alla coordinazione occhio-mano, usata per colpire una palla, per catturare una palla da baseball, per colpire una pallina da tennis con la racchetta…etc…etc.

Quando muoviamo lo sguardo in una direzione i movimenti della testa e degli occhi sono coordinati gli uni con gli altri dal riflesso vestibolo-oculare (VOR) che fa parte del sistema vestibolare collegato al cervelletto. Il VOR è un movimento oculare riflesso che stabilizza le immagini sulla retina durante i movimenti della testa, producendo automaticamente il movimento degli occhi nella direzione opposta del movimento della testa.

Il riflesso vestibolo-oculare deve funzionare molto rapidamente per mantenere una visione chiara e per mantenere la concentrazione. I movimenti della testa devono essere compensati quasi immediatamente, altrimenti la nostra visione sembrerebbe un video ripreso con una mano tremante o in movimento. Ipoteticamente, le anomalie del VOR renderebbero il mondo un posto molto disorientante, come può succedere nelle persone con disturbo dello spettro autistico.

L'attività neuronale combinata di due tipi apparentemente opposti di cellule nel cervelletto, chiamate cellule Purkinje, è stata recentemente trovata per controllare i movimenti degli occhi a scatti, noti come saccadi.

Una saccade è un movimento rapido e simultaneo dei due occhi tra due fasi di fissazione nella stessa direzione. Quando l'informazione visiva viene ricevuta dalla retina viene tradotta in informazioni spaziali e quindi trasferita ai centri motori per risposte motorie appropriate.

Facciamo affidamento sulla precisione dei movimenti degli occhi a scatti ogni millisecondo della nostra vita. In condizioni normali di vita quotidiana eseguiamo circa 3-5 saccadi al secondo, ovvero circa mezzo milione di saccadi al giorno.

Chi è affetto da dismetria saccadica produce movimenti oculari incontrollabili tra cui microsaccadi, fluttuazioni oculari e scatti di onde quadre anche quando l'occhio è a riposo.
Si ritiene che la causa di questa dismetria siano lesioni nel cervelletto o lesioni nei nervi propriocettivi che portano al cervelletto.

Il nostro cervelletto è responsabile del coordinamento visuospaziale e di altre informazioni sensoriali con controllo motorio.

Recentemente ci sono state alcune ricerche che collegano i movimenti degli occhi, le cellule Purkinje e i disturbi dello spettro autistico.
Nei disturbi dello spettro autistico, il cervello mostra sistematicamente difetti nelle cellule di Purkinje, le quali hanno un singolo assone che lascia il cervelletto e crea connettività dal cervelletto alla maggior parte delle altre regioni del cervello.

Ricerche precedenti hanno trovato disfunzione cerebellare in soggetti con autismo attraverso studi post-mortem su campioni di cervello che mostravano una perdita del volume cellulare nelle cellule di Purkinje.
Negli ultimi anni vari studi hanno confermato questo fenomeno nella maggior parte dei cervelli autistici.

Uno studio del 2013 ha rilevato che il contatto visivo durante la prima infanzia può essere la prima indicazione dell’autismo.

I bambini di solito iniziano a concentrarsi sui volti umani nelle prime ore della loro vita. Tuttavia, i bambini con autismo non mostrano interesse nel contatto visivo.

Imparare a catturare inconsciamente segnali sociali, prestando attenzione agli occhi di un'altra persona, è la chiave della connettività sociale.

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

Optometria e Dislessia, quali correlazioni?

Ogni organo, ogni muscolo, ha ragione di esistere perché in relazione, attraverso il cervello, con il resto del corpo.

Le informazioni arrivano ai centri superiori della corteccia cerebrale in buona parte attraverso gli occhi, circa l'83%
Mentre corriamo, ad esempio, se gli occhi vedono un ostacolo trasmettono immediatamente al dei dati al cervello, il quale elaborerà l'informazione (in relazione a ciò che gli occhi hanno visto e a ciò che conserva nella propria memoria) e suggerirà alle gambe di saltare in prossimità dell'ostacolo stesso.

Il processo visivo può essere schematizzato in due componenti, la sensazione e la percezione.
La sensazione è intesa come esperienza immediata, quasi esclusivamente a livello dei bulbi oculari; la percezione, invece, avviene a livello della corteccia cerebrale e rappresenta l’interpretazione soggettiva della sensazione, in relazione all’esperienza e alle caratteristiche ereditarie. Possiamo quindi dire che il processo di percezione è un’interpretazione individuale del fenomeno della sensazione, dovuta oltre che a fenomeni fisiologici anche a fenomeni psichici.

La vista è la capacità di vedere ed è una funzione che è presente nella maggior parte degli individui fin dalla nascita.
La visione, invece, è la capacità di comprendere ciò che vediamo ed è un processo legato all’apprendimento.

Un bambino dislessico è dotato di intelligenza normale, è privo di deficit sensoriali, ma ha, nella lettura e nella scrittura, prestazioni inferiori rispetto a quelle attese per la sua età.

In particolare, è lento, ha un considerevole numero di incertezze e di esitazioni e commette frequenti ripetizioni o omissioni di lettere e parole.
Alcuni esempi specifici sono:
- Confusioni di lettere uguali, ma diversamente orientate nello spazio: p-q, b-d, u-n
- Mancata discriminazione di lettere che differiscono leggermente fra di loro: m-n, c-e
- Confusione di suoni simili: p-b, t-d, f-v, s-z.
Un fattore importante in ètà scolare è lo sviluppo della lateralità che riguarda la dominanza della mano, dell’occhio, dell’orecchio e del piede.
Un bambino è lateralizzato in modo omogeneo quando è lateralizzato a destra o a sinistra per tutti gli arti e gli organi succitati, altrimenti si parla di dominanza crociata.
La lateralizzazione concorre a determinare una stabilità di orientamento da sinistra a destra e dall’alto al basso.

Analizzando il meccanismo di lettura, quando uno stimolo visivo colpisce la retina, viene codificato dai neuroni mediante una serie di impulsi e viene mandato alla corteccia visiva, ove viene mantenuto in una memoria sensoriale che può essere uditiva o visiva.
Se in una stanza buia muoviamo una sigaretta, percepiremo una striscia luminosa corrispondente al movimento della sigaretta stessa. La sensazione visiva della striscia luminosa nel buio è la conseguenza della memoria visiva, che mantiene tale sensazione per un tempo limitato.

Da esperimenti fatti, i bambini dislessici hanno delle fissazioni oculari più lunghe di quelle dei bambini che non hanno disturbi dell'apprendimento e questo va a discapito della loro concentrazione e del loro rendimento.

Hanno inoltre difficoltà nei movimenti saccadici degli occhi (movimenti a scatto) nel passare da una parola all'altra, dovendo spesso ricorrere a microsaccadi compensatorie.

Non è infrequente anche una difficoltà nei movimenti di inseguimento lenti, utili per seguire il rigo ed andare a capo verso.

Infine, sembrerebbe che una instabilità di dominanza motoria oculare porterebbe ad uno switch delle lettere (persa invece di presa), mentre una instabilità di dominanza sensoriale oculare porterebbe ad un sfuocamento e ad una confusione percettiva delle lettere (oasi invece di casi).

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

Occhi e Postura

Pensiamo al nostro corpo come una macchina che funziona correttamente grazie ad alcuni sensori: occhi, bocca, pelle, sistema viscerale, piedi…ecc.

Immaginiamo che gli occhi funzionino come una macchina fotografica che ha il compito di informare il cervello sulla posizione degli ostacoli in un percorso che attraverseremo.

Ad esempio, immaginiamo che calcolino l'altezza di un gradino o le irregolarità di una strada e che inviino queste informazioni accuratamente ai centri superiori del cervello, il quale invierà una risposta motoria al corpo per far sì che esegua i movimenti con la forza necessaria in alcuni gruppi muscolari, evitando di inciampare o di eseguire movimenti squilibrati.

La corretta funzionalità dell''occhio per ottenere un campo visivo completo senza compensazioni dipende dall'integrità e dall'attivazione di 6 muscoli, chiamati muscoli oculomotori. (tale termine risulta incompleto se associato alle innervazioni craniche).

Quando effettuiamo un semplice movimento, ad esempio quando guardiamo di lato per attraversare la strada, ruotiamo solitamente sia la testa che gli occhi, ma se uno qualsiasi dei muscoli oculomotori non funziona bene diventa necessario richiedere un aiuto ulteriore ai muscoli della testa, del collo e del tronco, per cercare il punto di vista desiderato.

Lo stesso accade durante la lettura quando gli occhi, da soli, non riescono a passare da una parola all'altra o a seguire il rigo e ad andare daccapo.

Se immaginiamo il corpo in movimento durante un’escursione visiva possiamo fare un'analogia: pensiamo ad un’automobile in movimento con una ruota sbilanciata. Sappiamo che il conducente deve compensare questa anomalia della ruota, senza andare fuori strada, compromettendo necessariamente la meccanica e l’usura delle altre gomme.
Il nostro corpo funziona esattamente così: quando qualcosa non funziona abbiamo bisogno di trovare degli stratagemmi compensatori che lavorino nel modo più equilibrato possibile, evitando perciò il più possibile un dispendio energetico eccessivo, nell’iperattività muscolare compensativa.

I piedi, oltre agli occhi, sono un altro sensore di regolazione posturale e devono eseguire compensazioni di altre parti del corpo che non funzionano correttamente, affinché il corpo rimanga bilanciato, sia quando è fermo, sia quando è in movimento.

La posturologia vede il corpo umano in modo integrato, identificando la causa delle lesioni e correlando le disfunzioni a ciascuna causa.

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

Gli Occhi e la loro influenza sul Sistema Tonico Posturale

La vista ha un'enorme influenza sulla postura del nostro corpo e sul funzionamento di muscoli e articolazioni.

VISTA E VISIONE

La vista e la visione sono due cose diverse, ma complementari:
La vista è semplicemente la capacità di vedere qualcosa nitidamente attraverso i nostri occhi: i 10/10 misurati durante un esame visivo, guardando le classiche lettere di Snellen.
La visione è la comprensione di ciò che vediamo. Richiede la capacità di recuperare informazioni visive in arrivo, di elaborare tali informazioni e di estrarne il significato. Inoltre, la visione è usata nei nostri movimenti così come nelle nostre decisioni o nelle nostre emozioni.
Fino a circa 4 anni un bambino ha bisogno di muoversi per sviluppare la sua visione. Dopo i 4 anni il nostro corpo ha bisogno di una buona visione per muoversi bene.

POSTURA OCCHI E VISIONE

L'occhio fornisce al cervello informazioni visive e informazioni propriocettive (la propriocezione è la consapevolezza della posizione del proprio corpo e dello stato di contrazione dei muscoli nello spazio, anche in assenza di stimoli visivi) grazie alla muscolatura estrinseca oculare.

I recettori oculari, invece, sono indispensabili in un ambiente fisso o mobile per creare adattamenti posturali e sono molto più veloci di quelli del piede.

Tuttavia, affinchè questi adattamenti siano efficaci è necessario che i muscoli oculari non siano stanchi.

Le molte ore trascorse davanti al computer o con lo smartphone, la guida, la lettura di un libro, guardare la TV, sono tutte attività che causano affaticamento dei muscoli oculari. Ad esempio, davanti a un computer l'occhio, solitamente, passa dallo schermo all’ambiente circostante circa 20 volte al minuto e ogni volta questo produce la contrazione-dilatazione dell'iride, che perciò effettua circa 10.000 variazioni per giornata lavorativa di 8 ore.

Il muscolo che controlla questa contrazione-dilatazione può quindi affaticarsi provocando disturbi visivi e mal di testa, ma anche problemi al collo e alla parte superiore e inferiore della schiena.

Un semplice affaticamento visivo è compensato da un adattamento cervicale.
L’utilizzo prolungato dello smartphone, o del tablet, rappresenta un problema non di poco conto poiché combina l'affaticamento degli occhi, a causa dell'’utilizzo prolungato della convergenza oculare, e l'affaticamento del rachide cervicale, a causa della testa inclinata in avanti per lungo tempo.

OCCHI E COLONNA VERTEBRALE

È molto comune per uno sportivo accumulare tensione muscolare o dolore al collo e tali problemi possono diventare cronici a causa di una scarsa funzione degli occhi.
Gli occhi sono di fondamentale importanza nella postura e nel movimento e qualsiasi alterazione della loro funzione o del loro movimento può influenzare la stabilità del collo e i movimenti dell'intera colonna vertebrale, e viceversa.

I muscoli oculari sono accoppiati ai muscoli del collo grazie a diversi riflessi.

I muscoli cervicali sono accoppiati ai muscoli della cintura scapolare (la parte superiore della spalla) e la cintura della spalla lavora in sinergia con il torace e la colonna vertebrale.

Un problema di affaticamento della vista avrà quindi un effetto domino su tutto il corpo.

La testa di un adulto pesa in media tra 4,5 e 5,5 chili quando è diritta. Più lo sguardo è rivolto verso il basso, più aumenta il peso sulle spalle. Inclinando la testa di 60°, per leggere un libro, è come se pesasse circa 25 chili, cioè l'equivalente di un bambino di 7 anni appeso alla colonna vertebrale.
In sintesi, un dolore alla spalla o una tendinite del bicipite, possono avere un legame importante con gli occhi.

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

La Disprassia Visuo-Spaziale

Un bambino con disprassia visuo-spaziale ha difficoltà ad orientare il suo sguardo.
Normalmente il nostro sguardo adotta una strategia per leggere e per trovare le informazioni.
I nostri occhi, durante la lettura (nei paesi occidentali), scorrono da sinistra verso destra, seguendo il rigo, e passano automaticamente al rigo successivo.
Possiamo saltare una parola, se non vogliamo leggerla, quindi utilizziamo anche una discriminazione visiva in base a ciò che vogliamo vedere.
Possiamo dire che una scansione visiva efficace è una scansione che scorre lungo il rigo con ritorno al rigo successivo.

I movimenti saccadici (cioè i movimenti a scatto degli occhi per passare da una parola all'altra), i movimenti di inseguimento (per seguire il rigo), le fissazioni e l’intervallo visivo costituiscono le cosiddette abilità motorie combinate. Parliamo di disturbi della strategia di esplorazione visiva e, più in generale, di disturbi della strategia dello sguardo, quando una o più di una di queste abilità non sono correttamente sviluppate.

Come dicevamo, i movimenti saccadici ci consentono di passare da una parola all’altra, mentre i movimenti di inseguimento ci consentono di seguire il rigo e andare daccapo.
Esistono vari tipi di movimenti saccadici:
Le saccadi orizzontali vanno nella direzione della lettura. Sono veloci e ampie per i normolettori.
Le saccadi oblique sono quelle che consentono di passare al rigo successivo.
Le microsaccadi, in avanti e all’indietro, ci consentono di riprendere le informazioni. Sono di bassa ampiezza. Se ce ne sono troppe interferiscono con la lettura e quindi con la comprensione del testo.

Le fissazioni consentono la visione della parola, o del grafema. La loro durata varia in base alla lunghezza della parola e in base al numero di volte in cui la vediamo (più la vediamo e, più sarà riconosciuta rapidamente).

L'intervallo visivo è il numero di caratteri che l'occhio vede in una fissazione (una media di 12 lettere). Più è ampio, più veloce sarà la velocità di lettura, ma oltre un certo limite le lettere non possono essere più identificate.
L'intervallo visivo non è estensibile. Ottimi lettori leggono circa 400 parole al minuto.

In Europa, come abbiamo già detto, leggiamo da sinistra verso destra. Possiamo immaginare che i nostri occhi, durante la lettura, facciano una sorta di staffetta: l'occhio sinistro inizia la lettura dal principio del rigo e fino a metà, ove si incontra con l'occhio destro che completa la lettura sulla seconda metà del rigo.
Per raffinare questa abilità occorrono normalmente 4/5 anni di apprendimento.

I bambini disprassici non hanno la possibilità di adottare una strategia dello sguardo dato che non hanno capacità motorie coniugate ed efficaci tra i due occhi.
Hanno difficoltà a seguire il rigo, saltano il rigo, si perdono nel testo e non riprendono nel punto giusto.
Possiamo dire che i loro occhi funzionano in maniera anarchica: le lettere vengono saltate, persino le parole, e alcune sillabe possono essere raddoppiate.

Il bambino disprassico può:

- saltare le parole
- saltare una o più righe
- perdersi nel rigo
- rileggere la stessa parola
- ripetere un pezzo di parola
- iniziare su un rigo e finire su un'altro
- creare confusioni o inversioni di suoni: confonde visivamente le lettere (p / q, d / b), inverte le sillabe (on / no, an / na), omette le lettere (trio diventa tro).

Si possono notare ,inoltre, difficoltà con i suoni.

La sua lettura è lenta, spasmodica, incerta.

Non finisce di leggere quando si perde e la lettura si deteriora sul testo.

Muove anche la testa oltre agli occhi o muove il testo. Cerca di seguire il testo con il dito ma il dito va troppo veloce, dimentica le parole, raddoppia le altre, salta i righi, fa inversioni, tende ad indovinare la fine delle parole.
La comprensione della lettura è fortemente compromessa.

La lentezza nel proseguire la lettura (oltre ai molti errori) gli rende molto difficile la comprensione ciò che legge: impiega troppo tempo a leggere, non ha il tempo di memorizzare le informazioni nella sua memoria di lavoro e il testo diventa perciò incomprensibile.
Si trova quindi in una situazione di fallimento. Gradualmente diventerà disgustato dalla lettura.

La riabilitazione optometrica e la riabilitazione neuro-visiva possono certamente migliorare la situazione, ma un bambino disprassico avrà sempre disordini di motricità rispetto ad altri bambini della sua età.

Come possiamo aiutare un bambino disprassico?

- Evitando qualsiasi elemento cosiddetto parassita:

troppe illustrazioni, colore delle pagine acceso o luccicante, quadretti troppo piccoli o troppo colorati che possono creare confusione percettiva.

- Facendogli usare un font ingrandito.

- Facendogli usare quaderni con i righi distanti almeno 1,5 cm l’uno dall’altro.

- Consentogli di mettere, inizialmente, un doppio spazio tra le parole.

- Facendogli fare solo un esercizio per pagina.

- Si possono alternare i colori di un testo, da un rigo a quello successivo (in modo da agevolarlo nel seguire il rigo), ricordandosi, però, di mantenere sempre la stessa alternanza di colori, in modo che abbia sempre gli stessi riferimenti. Ci sono tuttavia alcuni bambini che non sopportano un sovraccarico di colori.

- Segnandogli con un punto colorato l’inizio e la fine di ogni rigo.

- Facendogli usare un righello per seguire il rigo.

- Facendogli usare più spesso il pc e la calcolatrice.

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

Eteroforia: strabismo latente nei bambini

Quando gli occhi guardano un oggetto è necessario che le due immagini che si formano sulla retina (quella dell’occhio destro e quella dell’occhio sinistro) siano uguali affinché il cervello possa fonderle in un’unica immagine. Quando questo non succede si possono verificare due condizioni:

1. Si ha visione doppia (Diplopia).
2. Col tempo il cervello impara ad ignorare una delle due immagini (Ambliopia: occhio pigro).

Oppure si può avere una terza condizione: le immagini viste dai due occhi cadono su due punti della retina non corrispondenti e uno dei due occhi si sforza per “raddrizzarsi”, in modo tale che il cervello possa fondere le due immagini. Questa condizione si chiama Eteroforia.

L’Eteroforia è quindi il cosiddetto strabismo latente e si evidenzia quando lo stimolo di fusione degli occhi viene interrotto (coprendo uno dei due occhi).

Non tutti i bambini con problemi scolastici presentano automaticamente Disturbi Specifici dell’Apprendimento o Disturbi da Deficit di Attenzione e Iperattività, così come non tutti i bambini sono eteroforici.
Se, però, vengono fornite delle indicazioni per la presenza di Dislessia o di ADHD è importante testare anche gli occhi del bambino per la possibile eteroforia, dato che in numerosi casi le due condizioni sono copresenti.
I problemi scolastici possono anche essere causati o esacerbati dall'eteroforia.

QUALI POSSONO ESSERE LE CONSEGUENZE DELL’ETEROFORIA NELL’APPRENDIMENTO DI UN BAMBINO?

Le seguenti caratteristiche nel bambino possono indicare eteroforia:

A SCUOLA

• Nessun desiderio di imparare.
• Difficoltà di lettura e scrittura.
• Difficoltà di concentrazione.
• Grande tendenza agli errori ortografici.
• Cattiva calligrafia.
• Bassa capacità di carico.

CONTROLLO DEL CORPO

• Abilità motorie grossolane difficili (ad esempio salendo le scale, pedalando o giocando a palla).
• Abilità motorie non buone (ad esempio disegnando, colorando o tagliando con le forbici).
• Problemi di equilibrio, goffaggine.
• Postura della testa obliqua.
• Coordinazione disturbata tra occhio e mano.

SEGNI DI SFORZO

• Affaticamento rapido durante la scrittura e la lettura.
• Dolore oculare, bruciore oculare, lacrimazione abbondante, ammiccamenti frequenti.
• Aumento della fotosensibilità, che si riduce pizzicando un occhio.
• Mal di testa (nei primi quattro anni di vita).
• Dolore addominale, vertigini, nausea.

Devid del Mauro
Optometrista, Posturologo, Tiflologo

Sunny Meadow Band - email@mypage.com